Le questioni eterne e irrisolubili si attaccano come a una calamita. Come ad esempio quella se quest'opera sia tragica o comica.
E' un falso problema. Al di là dell'unità stilistica quest'opera ha una sua continuità narrativa che attraversa fasi diverse, comiche o tragiche, che bisogna assecondare. La mia ambientazione non è quella settecentesca più corrente, ho preferito riportarla, visto che l'opera si chiama Il dissoluto punito nel seicento, cioè a quando i dissoluti venivano puniti davvero. Allo stesso modo, se quest'opera ha un carica rivoluzionaria, vi si grida “viva la libertà”, perchè mai porla in un'epoca in cui la rivoluzione è già scoppiata?
La trasgressione è dunque la categoria centrale?
Sotto questo aspettoi Don Giovanni è un opera tripartita. Ha tre trasgressioni, una di carattere erotico, una sociale e politica, l'altra di ordine metafisico, corrisponde una triplice punizione: le avventure erotiche di Don Giovanni vanno tutte storte, dal punto di vista sociale esce completamente screditato, mentre sul piano metafisico incorre nella ben notafatale punizione. Anche visivamente lo si percepirà inizialmente l'erotismo, tante donne popolano la scena e la vita di Don Giovanni. Poi la festa, dove i nobili invitati si travestono da contadini. Mi sembrava che questo rendesse meglio quella commistione tra classi sociali con cui ci troviamo di fronte. Infine l'epilogo è all'interno di un sepolcro, sotto le navate di una chiesa, preludio all'al di là. Di comico, in fondo, del Don Giovanni ci sono solo i personaggi di Leporello e quel tormentone di Donna Elvira.
Eppure anche il Don Giovanni ha qualcosa di comico.
Più che comicità c'è ironia: c'è una colpa e una punizione, una hybris e una némesi; l'ironia sta tutta nel modo con cui viene presentata la némesi.
Ci sono stati dei momenti migliori per mettere in scena Don Giovanni? Voglio dire questo battage su tutto quanto ha a che fare con Mozart la infastidisce, la condiziona?
Non più di tanto. E poi visto e considerato che tanto non si produce mai niente di nuovo ben venga questa scorpacciata di Mozart, se non altro sarà un occasione per allestire spettacoli di straordinario valore.
E l'inflazionamento?
Diciamo che ci sono delle opere con le quali si fa un lavoro di riscoperta. Penso al Rossini del Viaggio a Reims, e Ricciardo e Zoraide. Non è il caso evidentemente del Don Giovanni per il quale bisogna cercare di rapportarsi al catalogo delle interpretazioni già date. Ne avrò viste centomila. Fra esse senza dubbio sono notevoli sia la versione cinematografica di Losey, sia la versione scaligera di Strehler. Il film di Losey è sicuramente pieno di suggestione, ma ha per così dire un eccessivo profumo di Casanova. Don Giovanni come lo vedo io non è così, è meno elegante e affettato, è più vitale e disordinato, in realtà anche il concetto stesso di personaggio applicato a lui è riduttivo. Qui siamo di fronte a una figura che sconfina nel mito, che va al di là del personaggio per diventare un simbolo dotato di vita propria, indipendente da quello che vi ha voluto raffigurare l'autore o l'interprete.
Anche sul piano squisitamente teatrale della recitazione, Don Giovanni ha qualcosa di particolare. Difficoltà?
In quest'opera bisogna saper recitare e da questi interpreti mi aspetto buoni risultati. Attenzione però a non fare una regola fissa del pretendere che un cantante reciti sempre come un attore. C'è chi pretenderebbe una recitazione simile anche nei recitativi, che so, di un'opera giovanile di Verdi. E' ridicolo. Lo spartiacque fra recitazione parlata e dimensione musicale non è qualcosa di rigido e prefissato. C'è meno distanza qui fra il parlato e il musicale di quanta ce ne sia nel giovane Verdi.
Don Giovanni allora è il vertice?
Non saprei. Nel teatro mozartiano ad esempio è un'opera meno libera di altre, troppo emblematica. Il flauto magico mi impressiona di più immaginativamente e Così fan tutte è un'opera psicologicamente più torbida, meno prevedibile. Quello di Don Giovanni è un libretto geniale che sconta qualche distrazione, ciò che non capita invece nelle Nozze di Figaro. Non mi si fraintenda però, Don Giovanni è pur sempre un'esperienza unica e entusiasmante.